Battesimo del Signore, festa – Anno C –  Luca 3,15-16.21-22.  

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a cura di Giovanna Busolini

(Sottolineature, grassetti e note sono i miei. Immagini tratte dal WEB.)

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 Prima lettura

Libro di Isaia 40,1-5.9-11. 

“Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio.
Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che è finita la sua schiavitù, è stata scontata la sua iniquità, perché ha ricevuto dalla mano del Signore doppio castigo per tutti i suoi peccati”.
Una voce grida: “Nel deserto preparate la via al Signore, appianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
Ogni valle sia colmata, ogni monte e colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in pianura.
Allora si rivelerà la gloria del Signore e ogni uomo la vedrà, poiché la bocca del Signore ha parlato”.
Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie in Sion; alza la voce con forza, tu che rechi liete notizie in Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annunzia alle città di Giuda: “Ecco il vostro Dio!
Ecco, il Signore Dio viene con potenza, con il braccio egli detiene il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e i suoi trofei lo precedono.
Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul seno e conduce pian piano le pecore madri”.

Salmo Responsoriale
Dal Salmo 103 (104)

R. Benedici il Signore, anima mia.

Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto,
tu che distendi i cieli come una tenda. R.

Costruisci sulle acque le tue alte dimore,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento,
fai dei venti i tuoi messaggeri
e dei fulmini i tuoi ministri. R.

Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Ecco il mare spazioso e vasto:
là rettili e pesci senza numero,
animali piccoli e grandi. R.

Tutti da te aspettano
che tu dia loro cibo a tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono;
apri la tua mano, si saziano di beni. R.

Nascondi il tuo volto: li assale il terrore;
togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra. R.

Lettera di san Paolo apostolo a Tito 2,11-14.3,4-7. 

Carissimo, è apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo,
nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo; il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone.
Quando però si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo, effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, perché giustificati dalla sua grazia diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 3,15-16.21-22. 

Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto».

Carissimi tutti,

la visione del Battesimo di Gesù al Giordano è già stata trascritta diverse volte e quindi oggi preferisco passarvi un testo che è solo valtortiano e precisamente la visita di Gesù al Battista presso Enon, poco prima della sua seconda cattura che lo porterà poi alla morte.  

P.S. Chi volesse comunque rileggere il testo della visione del Battesimo di Gesù al Giordano, può scaricare il file pdf cliccando:

https://drive.google.com/file/d/1uHgmr8IYGtY6kFIkR83YyHGI4I4aAdM_/view?usp=sharing

Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, 148,  ed. CEV

Poema: III, 8 

27 aprile 1945.

Una chiara notte di luna, così nitida che il terreno si svela in tutti i suoi particolari e i campi, col grano di pochi giorni, sembrano tappeti di una felpa verd’argento rigati dai nastri scuri dei sentieri e vegliati dai tronchi degli alberi tutti bianchi dal lato lunare, tutti neri a ponente.

Gesù cammina sicuro e solo. Va molto velocemente per la sua via finché trova un corso d’acqua che scende gorgogliando verso la pianura in direzione nord-est. Lo risale fino ad un posto solitario presso una costa selvosa. Piega ancora, inerpicandosi per un sentiero, e giunge ad un ricovero naturale nel fianco del colle.

Entra e si curva su un essere giacente, che appena si intravede nel chiarore lunare che illumina il sentiero ma che non penetra nello speco. Lo chiama: «Giovanni».

L ‘uomo si desta e si pone seduto, ancora offuscato di sonno. Ma presto si rende conto di Chi lo chiama e balza in piedi, per poi prostrarsi a terra dicendo: «Come mai è venuto a me il mio Signore?».

«Per fare contento il tuo ed il mio cuore. Mi desideravi, Giovanni. Eccomi. Alzati. Usciamo nella luce lunare e sediamo a colloquio sul masso presso la grotta».

Giovanni ubbidisce con l’alzarsi e l’uscire. Ma quando Gesù è seduto, egli, nella sua pelle di pecora che male lo copre nel corpo magrissimo, si pone in ginocchio di fronte al Cristo, respingendosi indietro i capelli lunghi e scomposti, che gli sono ricaduti sugli occhi, per vedere meglio il Figlio di Dio.

Il contrasto è fortissimo. Gesù pallido e biondo, dai capelli soffici e ravviati e la breve barba al basso del volto, l’altro tutto un cespuglio di peli nerissimi dai quali appena emergono due occhi incavati, direi febbrili, tanto brillano nel loro nero di giaietto.

«Sono venuto a dirti “grazie”. Tu hai compito e compi, con la perfezione della Grazia che è in te, la tua missione di mio Precursore. Quando l’ora sarà, al mio fianco entrerai in Cielo, perché tutto avrai meritato da Dio. Ma nell’attesa sarai già nella pace del Signore 1], amico mio diletto».

«Molto presto entrerò nella pace. Mio Maestro e Dio, benedici il tuo servo per fortificarlo nell’ultima prova. Non mi è ignoto che essa è prossima ormai e che ancora una testimonianza io devo dare: quella del sangue. E a Te, più ancora che a me, non è ignoto che sta per giungere la mia ora. La tua venuta è stata la misericordiosa bontà del tuo cuore di Dio che l’ha voluta, per fortificare l’ultimo martire di Israele e il primo martire del nuovo tempo. Ma dimmi solo: molto avrò da attendere la tua venuta?».

«No, Giovanni. Non molto di più di quanto decorse dalla tua alla mia nascita».

«Ne sia benedetto l’Altissimo. Gesù… Posso dirti così?».

«Lo puoi, per il sangue e per la santità. Quel Nome, che anche i peccatori dicono, può essere detto dal santo di Israele. Ad essi è salvezza, a te sia dolcezza. Che vuoi da Gesù, tuo Maestro e cugino?».

«Io vado a morire. Ma come un padre si preoccupa dei figli suoi, io dei miei discepoli mi preoccupo. I miei discepoli… Tu sei Maestro e sai come per essi è vivo in noi l’amore. L’unica pena del mio morire è la tema che essi si perdano come pecore senza pastore. Raccoglili Tu. Io ti rendo i tre che sono tuoi e che mi furono perfetti discepoli in attesa di Te. In essi, e specie in Mattia 2], è realmente presente la Sapienza. Altri ne ho. E a Te verranno. Ma questi, lascia che io te li affidi personalmente. Sono i tre più cari».

«Ed Io cari li ho. Va’ tranquillo, Giovanni. Non periranno. Né questi né gli altri che hai, veri discepoli. Io raccolgo la tua eredità e la veglierò come il tesoro più caro venuto dal perfetto amico mio e servo del Signore».

Giovanni si prostra fino a terra e, cosa che pare impossibile in un così austero personaggio, piange con forti singhiozzi di gioia spirituale. Gesù gli posa la mano sul capo: «Il tuo pianto, che è gioia e umiltà, ha riscontro in un canto lontano, al suono del quale il tuo piccolo cuore ha balzato di giubilo. Sono, quel canto e questo pianto, lo stesso inno di lode all’Eterno che “ha fatto grandi cose, Lui che è potente negli spiriti umili”. Anche mia Madre sta per intonare di nuovo il suo canto, già cantato allora. Ma, dopo, anche per Lei verrà la più grande gloria, come per te dopo il martirio. Ti porto anche il saluto di Lei. Tutti i commiati e tutti i conforti. Lo meriti. Qui non è che la mano del Figlio dell’uomo che sta sul tuo capo, ma dal Cielo aperto scende la Luce e l’Amore a benedirti, Giovanni».

«Non merito tanto. Io sono il tuo servo».

«Tu sei il mio Giovanni. Quel giorno, al Giordano, Io ero il Messia che si manifestava; qui, ora, è il cugino e il Dio che ti vuole dare il viatico del suo amore di Dio e di parente. Alzati, Giovanni. Diamoci il bacio d’addio».

«Non merito tanto… L’ho sempre desiderato, per tutta la vita. Ma non oso compiere questo atto su Te. Sei il mio Dio».

«Sono il tuo Gesù. Addio. La mia anima sarà vicino alla tua fino alla pace. E vivi e muori in pace, per i tuoi discepoli. Non posso darti che questo, ora. Ma in Cielo ti darò il centuplo perché tu hai trovato ogni grazia agli occhi di Dio».

Lo ha alzato e lo ha abbracciato baciandolo sulle guance ed essendone baciato. Poi Giovanni si inginocchia ancora e Gesù gli impone le mani sul capo e prega con gli occhi volti al cielo. Pare lo consacri. É imponente. Il silenzio si prolunga per qualche tempo così. Poi Gesù si accomiata con il suo dolce saluto: «La pace mia sia sempre con te», e riprende la via fatta prima.


1] NdR Noi sappiamo, dagli scritti valtortiani, che quando Maria SS. si incontrò con la cugina Elisabetta, per un miracolo di Gesù, che Maria portava in grembo, la macchia del Peccato originale fu cancellata dall’anima del piccolo Giovannino che era ormai al suo settimo mese di vita intrauterina. Non era opportuno che il Precursore del Messia nascesse con un’anima macchiata dal Peccato, che è impronta di Satana e segno di appartenenza a lui. Così quando Giovannino nacque, lui era già  santo, come aveva rivelato l’arcangelo Gabriele a Zaccaria. [ Luca 1 [13]Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. [14]Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, [15]poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre [16]e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. [17]Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».] Risulta quindi chiaro che se l’Arcangelo rivela che “sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre“, non può esserci alcun peccato nella sua anima, neanche quello Originale, ereditato da Adamo, come poi spiegherà Gesù a Giovanni, parlando con lui. Non dimentichiamoci però che lui non mancò mai di annunciare il Signore durante tutta la sua breve vita (aveva infatti solo 6 mesi più di Gesù e morì poco più di 6 mesi prima di Lui.) e che conservò intatta la sua santificazione con la sua ferma adesione al Messia, che lui conobbe solo nel Battesimo al Giordano. Infatti, benché cugini, i due giovani non si videro mai, fino a quel momento stabilito da Dio Padre e dallo Spirito Santo. Le  parole di Gesù ci rivelano anche che il Battista, pur non potendo entrare in Paradiso dopo la sua morte, in quanto questo era chiuso per chiunque, poté però godere di una pace anticipata e della visione beatifica della quale godevano anche Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre, prima di peccare (come è adombrato in Genesi quando si dice che Dio parlava loro nel fresco della sera). Quindi Giovanni non sostò al Limbo, in attesa della Redenzione, dove erano tutti i Patriarchi, incluso Abramo, Mosé e il Re Davide e anche Giuseppe (lo sposo d’anima di Maria) , ma in un luogo conosciuto solo dagli  angeli.

2] NdR Mattia è uno dei Pastori che furono i primi adoratori del Verbo Incarnato. Divenne poi il dodicesimo Apostolo al posto di Giuda il traditore e fu presente al momento della discesa della Spirito Santo.